Richiesta incontro ENAC su limiti ore di volo
23 Maggio 2008Comunicato Stampa del Presidente dell’ANPAV
5 Giugno 2008Comunicato Stampa del presidente dell’ANPAV Ancora nessuna luce nel tunnel della crisi Alitalia
Ancora conti in profondo rosso e nessuna novità sul percorso di privatizzazione dell’Alitalia.
Il 27 scorso il CdA dell’azienda ha approvato, tra mille difficoltà, il bilancio d’esercizio 2007, comunicando una perdita pari a 495 milioni di euro. Senza entrare nel dettaglio dei vari dati relativi ai ricavi del traffico di esercizio e a quelli di risultato operativo e debito finanziario, ampiamente noti, è evidente una situazione di progressivo deterioramento dei conti, che, in mancanza di una decisione rapida in merito all’acquisizione dell’azienda da parte di uno o più acquirenti, porterà a breve all’insostenibilità finanziaria ed industriale di Alitalia.
Sappiamo che è in atto, da parte del nuovo Esecutivo, un lavoro complesso e articolato per avviare l’operazione di ricapitalizzazione e privatizzazione della compagnia, sperando che chi è al lavoro su questa delicata partita abbia la piena consapevolezza che la ‘clessidra è agli ultimi granelli di sabbia’.
I lavoratori Alitalia, e i naviganti in particolare, stanno già subendo forti contraccolpi dalla riduzione di attività adottata da qualche mese, con notevoli ripercussioni sui livelli di produttività e sui redditi.
La mancanza di un assetto organizzativo razionale e le difficoltà, per il Sindacato, di individuare un interlocuzione con un management in grado di decidere e prendersi delle responsabilità, rendono difficile la risoluzione anche delle problematiche quotidiane.
E’ passato oramai qualche mese dall’uscita di scena del vettore francese Air France, e da allora, purtroppo, nessuna soluzione alternativa è stata adottata.
Confido che il Governo, e nello specifico il Ministero dell’Economia, possa al più presto ridare visibilità ad un disegno di privatizzazione sostenibile ed in grado di salvare e rilanciare la principale compagnia aerea del Paese.
L’agonia dura da troppo tempo, e possiamo solo auguraci che coloro che sono al capezzale di questo malato, siano in grado di individuare la giusta terapia, prima che qualcuno decida ‘di staccare la spina’.
Con tutte le drammatiche conseguenze che una tale decisione comporterebbe per migliaia di lavoratori e la credibilità industriale e politica del nostro Paese.
Roma, 29 MAGGIO 2008