COMUNICAZIONE AZIENDALE SU RIPOSI MOVIBILI DEL 24 MARZO 2010
24 Marzo 2010consultazioni elettorali 28 e 29 marzo 2010: permessi
26 Marzo 2010AGORA’FLY 03/’10
AGORFLYNEWS
Ciclostilato in proprio ad uso interno degli Associati ANPAV Meridiana Fly 22 Marzo ‘10
Incontro del 19 Marzo ‘10
Definiamo con difficoltà “interlocutorio” l’ultimo incontro con l’azienda, quello del 19.03.10 tenutosi a Roma presso la sede di Assaereo. Nulla si è deciso, sono emersi alcuni aspetti estremamente importanti, come le posizioni delle varie sigle e dell’azienda, ma riteniamo che la situazione fortunatamente non sia ancora compromessa. Nella premessa aziendale, il dott. Staffa Guidi, il nuovo responsabile delle Relazioni Industriali, ha aperto i lavori affermando che in quell’occasione erano presenti anche sigle non firmatarie. Una precisazione doverosa e corretta, per non generare malumori o strumentalizzazioni da parte di chi in futuro potrebbe essere escluso. Il Presidente dell’ANPAV, nel suo discorso introduttivo ha condiviso i segnali di trasparenza e buonsenso aziendali, nel non escludere soggetti non firmatari del contratto, anche perché in altri tavoli,vedi Alitalia, addirittura, sigle firmatarie erano state tenute fuori dai tavoli senza motivazioni plausibili.
Per quanto riguarda il prosieguo della trattativa il Presidente ha sottolineato il permanere di forti elementi destabilizzanti alle trattative, quali inaccettabili e strumentali contestazioni disciplinari e il mancato rispetto degli accordi presi a Marzo 2009, da cui noi inevitabilmente partiamo e dai quali noi non prescinderemo.
A supporto delle nostre tesi l’intervento immediatamente successivo della Uil Trasporti, che si dichiarava contraria alla fusione per come era stata realizzata (contro quanto previsto dalle norme europee e dallo stesso codice civile); della Fit CISL, che affermava che stavano venendo meno tutte le garanzie previste per la continuità economica e stuzzicava l’azienda domandadole come intendesse procedere, chiedendole di specificare bene quali fossero gli argomenti e articoli che intendevano far rientrare nella procedura prevista dall’art.2112 c.c. e invitandola a tenere sul tavolo ciò che non fosse da questa previsto. Anche UGL sosteneva che nella procedura applicata dall’azienda si rilevavano diverse “zone d’ombra” e che questa fosse applicata in maniera fallace. L’azienda replicava che è tutta una questione di opportunità: si tratta di vedere se gli spazi, le distanze, sono colmabili. Per come la intendono loro l’applicazione della procedura prevedere il riequilibrio economico della sola parte fissa, affermando che la legge non impone alcun impegno sulla parte variabile della retribuzione. Nella loro scelta di applicare a tutti il contratto GJ non si sono posti il problema di chi ci avrebbe guadagnato o perso: tanto valeva affermare il motto romanesco “a chi tocca non s’ingrugna”! Cgil invece ribadiva le proprie perplessità sulle modalità delle operazioni in corso e proponeva di ricreare una via comune, dichiarando di volersi impegnare ripartire dal contratto GJ. Sdl si allineava a questa linea politica. L’Avia, seppur presente, restava muta, come se avesse delegato ad altri la facoltà di esprimersi (ipotizziamo in accordo con Cgil).
Da qui in poi le considerazioni dell’azienda: si rischia di perdere tempo o fare male, l’unica certezza è che una invarianza totale delle retribuzioni ex IG è impossibile. A tutti sarebbe dovuto esser chiaro fin dal dicembre ’07 che le due azienda prima o poi si sarebbero dovute unire e che questo avrebbe generato qualche trauma. L’azienda quindi sceglie il contratto GJ per tutti e chiede di guardare avanti con quel riferimento. Il contratto GJ secondo loro è un buon contratto, ma che purtroppo in una notte è diventato obsoleto: l’azienda chiede di creare una sorta di “laboratorio” per analizzare tecnicamente quello che “succede in giro” per dotarsi di un contratto più competitivo per la parte normativa (quella economica è già abbastanza onerosa). In tutto questo si ipotizza anche una ridiscussione dei contratti di solidarietà, in quanto parte di quei meccanismi che servono per attutire gli effetti del costo del lavoro. L’intenzione dell’azienda sarebbe in definitiva quella di “dare una sorta di continuità nella discontinuità”, che equivale a dire “prendere quelle flessibilità normative che ci servono dal vecchio accordo di marzo ’09 e applicarle al contratto GJ, senza ulteriori ritocchi economici”.
Ci chiediamo come si possa essere anche parzialmente d’accordo con questa posizione, ma qualcuno ci vede del buono… La nostra replica è stata abbastanza dura: cedente e cessionario sono la stessa entità e l’applicazione del CCL di GJ alla nostra realtà è censurabile dal punto di vista etico e per il costo del lavoro. Se si fosse applicato l’accordo di Marzo ’09 ai colleghi GJ nessun lavoratore avrebbe avuto traumi e Noi saremmo tutti più pronti ad eventuali ulteriori modifiche, mentre affermare che GJ ha già un contratto obsoleto è una dichiarazione che equivale a pretendere ulteriore produttività senza pagarla. E questa è per noi una condizione insostenibile. Il non voler rispettare quell’accordo fino alla sua naturale scadenza (2013) è sinonimo di una azienda che manifesta la volontà di non rispettare i patti siglati. Abbiamo con forza ribadito l’impercorribilità di questa strada, così come espressa nel ricorso presentato i giorni scorsi in tribunale. Nonostante questa nostra posizione sia stata abbondantemente esplicitata al tavolo, l’azienda ribadiva che il tema oggetto degli incontri in pratica è l’ulteriore ritocco della normativa senza che questo abbia effetti (o pochissimo) sulla parte variabile della nostra retribuzione.
A quel punto la Cgil invocava quindi la stesura di un contratto di gruppo (ma quale gruppo se ormai la compagnia è stata unita?) partendo da quello GJ e cercando di confrontare e valorizzare i singoli istituti. L’azienda a quel punto afferrava al volo l’assist e rilanciava l’idea del “laboratorio”: si parte dallo schema GJ e si analizzano i singoli istituti, in modo costruttivo e che possa far giungere a posizioni sostenibili. Quindi analizzare il CCL GJ ed EMENDARLO IN ALCUNE SINGOLE FATTISPECIE, tenendo conto che abbiamo uno strumento di compatibilità col mercato e che, applicando quello, dovremo rispettare una previsione di costo che è già a bilancio: come dire che se si sposta una parte si sposta pure dall’altra (viene citato esplicitamente il principio dei vasi comunicanti) e che qualsiasi operazione di revisione contrattuale dovrà essere fatta tenendo i costi allineati alle previsioni fatte nel piano industriale = se ci date normativa in più i soldi risparmiati FORSE ve li possiamo ridistribuire. LA NOSTRA POSIZIONE: è impensabile una nuova cessione di normativa a fronte del recupero parziale della retribuzione già persa, sarebbe come pagare più volte lo stesso articolo. Da Marzo scorso gli AAVV di questa azienda hanno accettato un taglio della retribuzione consistente, frutto di un accordo contestatissimo, ma probabilmente utile per la sopravvivenza dell’azienda.
Il contratto ex Eurofly è un buon contratto, ma non è stato studiato per effettuare corto/medio raggio, è pertanto estremamente penalizzante per chi svolge quel tipo di attività. Non avendo alcuna certezza sull’impiego misto, e quindi sulla ridistribuzione dei carichi di lavoro (e delle retribuzioni), nessuno riuscirà a convincerci che il vecchio accordo di Marzo ’09 sia più penalizzante rispetto a qualsiasi abile negoziazione possa essere condotta in questo momento storico per la crisi mondiale dei consumi e del trasporto aereo. Sappiamo che qualsiasi contrattazione, per quanto possa essere condotta da abili e formidabili difensori dei lavoratori, non potrà mai restituire, se non parzialmente, quelle porzioni di retribuzione perse con l’applicazione del CCL GJ. Questo accadrà piuttosto in cambio di ulteriore normativa, con ulteriore mancato guadagno per prestazione effettuata.
Ci sono purtroppo forze sindacali che, ormai poco rappresentative in tutte le altre realtà, cercano di agitare le acque, rendendole meno trasparenti e difficilmente interpretabili per i colleghi, rendendo difficile l’individuazione di una strategia sindacale unitaria.
Per quel che ci riguarda abbiamo presentato giorni fa un ricorso ex art. 28 (condotta antisindacale) contro Meridiana, nell’estremo tentativo di annullare gli effetti di un’operazione di “dumping sociale” a scapito della nostra categoria, perché l’intera operazione messa in pratica dall’azienda non garantisce continuità di reddito ed il mantenimento delle minime condizioni economiche. Nell’interesse della categoria lo scorso anno ci siamo assunti una enorme responsabilità, che ci è costata enormemente in termini di affetti, consensi, di visibilità, credibilità sindacale, tempo libero e reddito, e faremo l’impossibile affinché quell’accordo (con il quale ricordiamolo bastano 10 ore in più al mese per andare in pari con la retribuzione precedente) venga rispettato dall’azienda, e lo difenderemo strenuamente in tutte le occasioni e sedi. Gli altri sono liberi di sostenere le tesi che ritengono più opportune, anche se sono le più assurde e contraddittorie. Invitiamo pertanto tutti a chiedere spiegazioni ai propri delegati sindacali e a far sentire loro il proprio pensiero: chissà che non faccia cambiare idea a qualcuno…
Per maggiori informazioni: www.anpav.com
Francesco GAMBELLA 349*8145709 – Alessio MARTUCCI 347*9424341
Teodoro TODISCO 347*0125667 – Marcello Sechi 348*3974133 – Fabrizio Contino 348*7628211