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Le nuove regole in materia di rappresentanza sottoscritte nei giorni scorsi dalle Confederazioni e Confindustria ed il contesto politico-sociale del Paese impone, seppur in ritardo, una riflessione a tutto tondo con specifico riferimento alle condizioni delle diverse realtà Aziendali del Settore Trasporto Aereo a cominciare da Alitalia CAI, che, ricordiamo, ha il contratto in scadenza (dicembre 2011).
Difatti, il PNC è da sempre regolato da contratti di livello aziendale che hanno supplito alla mancanza di un riferimento nazionale generando spesso una prateria incontrollata adiscapito soprattutto del Personale Navigante operante in aziende non sindacalizzate.
Sembrerebbe esista un percorso condiviso, già avviato, anche con le controparti datoriali, laddove esistono contratti in scadenza, per l’apertura del Tavolo per il Contratto Collettivo Nazionale: su questo tutte le Organizzazioni Sindacali e le Associazioni Professionali devono potersi confrontare su di un tavolo negoziale con argomentazioni chiare, accettabili e sostenibili per la costruzione delle regole che tutelino il lavoro e difendano in Sistema Trasporto Aereo degli speculatori dell’ultima ora (sia dall’esterno che dall’interno dei nostri confini), a “sindacalizzare” anche le Aziende più distanti dalle dinamiche di un modello relazionale improntato al confronto e al reciproco rispetto dei ruoli, a tutti i livelli, obbligandole alla “Responsabilità” (come il caso di alcune “Low Cost”, dove non solo i lavoratori non sono rappresentati, ma invitati a “stare lontano” dai Sindacati).
Il sistema Trasporto Aereo ne trarrà beneficio solo se al Contratto Nazionale, che definisce le regole minime e diritti uguali agganciando/obbligando altre realtà al rispetto delle prime citate regole, sarà simultaneamente affiancata una normativa di secondo livello (regole aggiuntive, migliorative e peculiari) che ribadiamo, non dovranno lasciare invariato o peggiorare il contesto precedente.
Il personale ALITALIA CAI, ad esempio, viene da un “Contratto – prova” ed, in occasione del rinnovo, è necessaria la trattazione di tematiche considerate universalmente urgenti, riconducibili al seguente schema:
· Qualità della vita lavorativa del PNC: Interventi sulle Problematiche legate all’Impiego” (va implementato lo scarno riferimento alle normative ENAC di riferimento);
· Difesa della Dignità professionale del PNC (in un contesto di tentativi di “sprofessionalizzazione” sempre più diffusa);
· Qualità delle retribuzioni (bilanciamento parte fissa vs. variabile);
· Lotta alle discriminazioni;
· Applicazione di tutte le previsioni normative e degli accordi sulla materia “Salute e Sicurezza del Lavoro”.
Se da un lato bisogna far sì che le regole e i diritti siano uguali per tutti coloro che volano sotto la “bandiera italiana”, indipendentemente dall’Azienda nella quale lavorano, dall’altro, pur considerando paradossalmente l’estrema flessibilità del settore, non bisogna ”ABBASSARE L’ASTICELLA”, evitando di “IMMOLARE” il rinnovo contrattuale di ALITALIA CAI per la nobile causa.
Dobbiamo far sì che il risultato politico di un’eventuale razionalizzazione dello schema dei contratti e delle relazioni non offuschi i bisogni dei lavoratori che, nonostante il sempre più flessibile mercato del lavoro, la “leggerezza” dei salari e le poco edificanti notizie in materia di previsioni pensionistiche, saranno capaci di proporre/confrontare le proprie esigenze con quelle del mercato, negoziando attraverso i propri rappresentanti.
Roma, 5 luglio 2011
ANPAV