Vittoria anche in appello Vertenza part-time
25 Giugno 2008Una categoria senza direzione
3 Luglio 2008Comunicato agli AA/VV Italiani
Attestato di Formazione iniziale in materia di Sicurezza
AFS
Lo scorso 19 giugno si è svolta presso la sede dell’ENAC la seconda riunione di disamina dei rilievi e considerazioni presentate da tutte le OOSS sulla bozza del regolamento ENAC AFS (Attestato Formazione iniziale Sicurezza).
1. Il nuovo AFS ( certificato formazione iniziale) dal 16 luglio dovrebbe sostituire l’attuale APSE (Attestato a svolgere compiti di Pronto Soccorso ed Emergenza).
2. L’attuale APSE è il risultato della sommatoria di due cicli di formazione, uno di Tecnica generale e di uno o più corsi di abilitazione macchina presso l’operatore o una scuola da questo individuata e certificata, 100 ore di ambientamento in volo e quindi un esame di certificazione presso l’ENAC.
3. L’APSE è definito e regolamentato della L.72/1974, rivisitata attraverso il Dpr 566/88. Questa legislazione prevede non solo i criteri, ma anche i livelli richiesti per quanto riguarda le condizioni psicofisiche dei candidati, nonché i livelli di formazione previsti e le prerogative del suddetto attestato, e non ultimo le garanzie previdenziali ed assicurative di tale status.
4. La legge 72/74 attualmente prevede, per i possessori dell’APSE, la previsione dell’iscrizione alla gente dell’aria, la collocazione previdenziale nel Fondo Volo e la garanzia della pensione di invalidità in caso di perdita, appunto, dell’attestato . (su questo specifico punto abbiamo già inviato una richiesta urgente di incontro unitaria al Ministero del Lavoro)
Ed ora parliamo dell’AFS:
1. L’AFS si ottiene svolgendo un corso teorico pratico presso una scuola certificata da ENAC ed un seguente esame teorico/pratico presso la stessa ENAC.
2. A tale certificazione seguirebbe (al momento dell’assunzione da parte dell’operatore) un corso che chiameremo impropriamente di abilitazione macchina (differenze) e nel caso esistano i requisiti previsti e le esigenze dell’operatore, un corso SCCM. Per ogni abilitazione macchina per un max di 3 sarebbe previsto un periodo di ambientamento ed eventualmente un CK in volo. Tutta questa parte addestrativa, però, viene rinviata per una specifica regolamentazione, inspiegabilmente, ad un momento seguente.
Così come avvenne per l’FTL (Regolamento Limiti di volo e di servizio) il percorso sembra presentarsi tutto in salita. Innumerevoli gli spazi che l’Ente sta lasciando alle compagnie aeree nel governo del processo di addestramento.
Inoltre, i confronti di questi giorni in ENAC non hanno certamente chiarito ma al contrario, hanno confermato le nostre preoccupazioni.
Quello che potrebbe accadere, alla data del 16 luglio, con l’applicazione della Regolamentazione Europea (CE) 1899/2006, è una sostanziale cancellazione di quelle leggi, decreti e regolamenti che attualmente governano e garantiscono i livelli di qualità della nostra certificazione.
Appare paradossale che la regolamentazione Europea, che ha come scopi e obiettivi quelli di garantire la qualità dei servizi delle operazioni di operatori ed addetti nel Trasporto Aereo Europeo, anche attraverso la standardizzazione dei livelli di addestramento e di sicurezza delle operazioni e delle condizioni di impiego nei paesi della Comunità, venga interpretato, ed applicato, nel nostro paese, come un grimaldello per scardinare il livello di qualità esistente, puntando ad un inaccettabile livellamento in basso delle normative esistenti.
Ci sono inoltre una serie di rilievi che investono prepotentemente sia la sfera sindacale che quella istituzionale, e non solo a livello italiano ma anche europeo, che richiedono necessariamente un lavoro di riequilibrio legislativo, volto ad affrontare la questione nella sua interezza, con un occhio attento anche alle ricadute occupazionali, previdenziali e sociali che una simile operazione, se gestita parzialmente e confusamente, potrebbe portare. Tutto ciò non può essere certo risolto attraverso la semplice emanazione di un regolamento tecnico.
Una via d’uscita potrebbe essere quella di riconsiderare tutta la questione, provando a costruire il processo guardando al futuro, valorizzando l’esistente legislazione, e non deprezzandola. Nel pieno rispetto della regolamentazione europea, l’AFS deve contenere e migliorare le garanzie, le esperienze e i privilegi contenuti nell’attuale APSE.
A differenza di quanto sta venendo avanti, iniziare un percorso di conversione dell’attuale Attestato APSE dovrebbe prevedere che venga prima DEFINITO, REGOLAMENTATO tutto il futuro percorso formativo (sia l’iniziale che quello previsto presso l’operatore) non solo per chi opererà ma anche per chi attualmente sta operando in qualità di A/V.
E’ fondamentale, inoltre, che per una corretta applicazione di quanto previsto dall’Europa, venga RICONOSCIUTO e quindi CERTIFICATO tutto il percorso formativo dell’assistente di volo e non solo quello iniziale.
Tutta la documentazione deve essere depositata presso Enac e quindi rilasciata all’Interessato.
Parliamo di quello che compone oggi il bagaglio formativo di un Assistente di volo (Addestramento INIZIALE – DIFFERENZE -CRM –MERCI PERICOLOSE- SCCM- VERIFICA AMBIENTAMENTO – PERODICA – INTEGRAZIONI ECC.). Solo così verrà rispettato il giusto rapporto tra AFS e APSE.
Questo passaggio sarà, così come lo fu per l’impiego l’FTL, di radicale cambiamento dei contenuti e quindi del riconoscimento della nostra certificazione e della nostra attività.
Se non giungeranno risposte adeguate a quanto fin qui evidenziato, fin dai prossimi giorni, dovremo avviare tra tutti gli assistenti di volo italiani una serie iniziative per contrastare questa pericolosa deriva .
Al di la dei ricorsi rivolti anche alla Corte Europea, sui quali stiamo coinvolgendo i nostri legali, la strada passa necessariamente attraverso una risposta forte degli assistenti di volo italiani, che hanno il diritto/dovere di manifestare tutto il loro dissenso rispetto ad un processo che sta sempre di più allontanando la gente europea da quel progetto di opportunità, unità, solidarietà e soprattutto di crescita che non sempre ritroviamo nelle scelte del Parlamento Europeo o nelle ricadute legislative dei vari stati membri (come nel nostro caso).
giugno 2008