Lettera ANPAV
21 Settembre 2008Smentita
23 Settembre 2008COMUNICATO ALLA CATEGORIA
COMUNICATO ALLA CATEGORIA
Nella giornata di venerdì, a fronte di un preoccupante aggravarsi della situazione finanziaria dell’azienda, nel tentativo di dare una scossa ad una situazione di pericolosa stagnazione e in mancanza di una concreta alternativa all’offerta CAI (nella stessa giornata e, a seguire nella giornata di sabato, la precisa e palese volontà politica espressa dal governo che specificava la via del fallimento come la sola possibile), l’Associazione ha dichiarato di essere pronta a promuovere un atto di responsabilità e dare il proprio assenso al piano industriale.
Abbiamo però chiaramente specificato che tale eventuale assenso non è una resa incondizionata a nessuno, ed è strettamente vincolato alla garanzia di una invariabilità dei livelli retributivi, pur con aumenti di produttività, e alla reale definizione delle tematiche contrattuali. Posizione peraltro ribadita anche dalle altre sigle.
Il precipitare della situazione, con il possibile stallo operativo della compagnia, e l’avvio delle procedure fallimentari, ci hanno indotto ad esercitare questa azione di responsabilità, che confidiamo venga opportunamente compresa e condivisa dalla categoria. Auguriamo che ciò possa servire a riavviare la trattativa con chiunque si renda disponibile o, purtroppo, con l’unico interlocutore presente, la CAI, ma qualcuno doveva fare il primo passo (seguito, peraltro, dalla disponibilità delle altre organizzazioni a riprendere la trattativa…) per sbloccare una situazione che rischia di drammatizzarsi in pochi giorni.
La dichiarazione di disponibilità, diffusa a mezzo stampa come una firma già siglata, ha gettato scompiglio ed incredulità tra Associati e non.
Si tratta di una chiara strumentalizzazione della realtà, perché non c’è stata nessuna firma. Non commentiamo i violenti attacchi personali ricevuti da tutti i membri dell’Associazione, e pensiamo che chi oggi sta fomentando questi atteggiamenti, speculando in questi drammatici momenti per fare deleghe sindacali, si debba assumere le sue responsabilità nei confronti di tutta la categoria.
Ad onor di cronaca, nelle ultime ore anche le altre associazioni hanno dichiarato di volere il ritorno di CAI al tavolo. Ribadendo l’invocazione di un tavolo di confronto, con una dichiarazione fotocopia della nostra.
Ci chiediamo quindi perché se queste disponibilità le danno gli altri va tutto bene, e se le da l’Anpav inizia il linciaggio?
La verità è che qualcuno ha volutamente alimentato un equivoco per poter scaricare sul primo capro espiatorio la propria inadeguatezza, generando forti contrasti all’interno della nostra categoria. E certo non ha aiutato l’ambiguità di una CGIL che da una parte, con la lettera di Epifani a Colaninno ha accettato l’accordo quadro, e in categoria invece parla con voce difforme.
Oggi gli aa/vv litigano tra loro. Sono isolati nell’opinione pubblica,specie dopo l’immagine dell’esultanza a Fiumicino (sono prevalentemente di hostess le foto degli applausi..). Il mondo esterno sembra non considerare le sacrosante rimostranze degli aa/vv. La scena mediatica tende ad escluderci ( sono prevalentemente i piloti ad avere la possibilità di argomentare).
Abbiamo tentato di condividere la decisione di riaprire il tavolo delle trattative, ma purtroppo senza esito. Questa partita a scacchi ha “in palio” 20mila posti di lavoro. E ci sembra di rivedere lo stesso copione visto durante l’affaire Air France, con la differenza che dopo c’è stata la CAI, oggi siamo di fronte al baratro del fallimento.
Noi abbiamo avuto il coraggio di fare una mossa, ampiamente strumentalizzata, ma l’abbiamo fatta, perchè non abbiamo intenzione di assistere passivamente alla fine della nostra azienda. Già una volta, con Air France, non siamo riusciti ad arrestare l’uscita di scena del vettore francese. Oggi, con una situazione ancora più grave, faremo di tutto per trovare una via percorribile per evitare il dramma finale.
Non capiamo l’entusiasmo di qualcuno circa la riapertura dell’asta, poco realistica, anche se annunciata all’insegna della trasparenza.
Tale atto, che la stampa attribuisce come una richiesta accordata ai Sindacati, è un passo obbligato che il commissario avrebbe comunque dovuto fare.
Andrebbe poi sottolineato che il commissario ha messo in vendita le nove società separatamente: per cui il desiderio di essere acquistati in blocco unico potrebbe essere una chimera.
In questi ultimi difficili anni la nostra Associazione si è sempre mossa avendo come obiettivo prioritario la salvaguardia della categoria degli Assistenti di volo, giovani ed anziani. E ci auguriamo che tutti, di fronte alla possibilità di un tracollo aziendale, dove non ci sarebbero tutele per nessuno, si ritrovi il buon senso e l’unità sindacale, da far valere sul tavolo del possibile negoziato.
Rimaniamo a vostra disposizione per qualsiasi chiarimento.
Roma, 22 settembre 2008
ANPAV