• Ridisegnare il trasporto aereo italiano serve, ma si evitino errori strategici
di Ant. A., Ca. Ama.
Roma, 15 aprile 2020 – C’è una task force di super esperti di economia ed un comitato scientifico, entrambi nominati dal governo, che lavorano alla programmazione della fase 2 e al riavvio del nostro tessuto economico.
Lavorano su più fronti, analizzano le varie filiere produttive i cui motori sono stati spenti, e cercano di immaginare scientificamente una ripresa.
Tutti sono concordi sull’idea di base: non sarà facile.
La situazione pare critica, l’economia globale non tornerà ai livelli pre-covid 19, una lenta ripresa è prevista per il 2021, l’allarme riguarda la peggior recessione dalla Grande Depressione.
Stiamo vivendo una nuova crisi del ’29. In questo quadro economico disperato ci si chiede che posto abbia la valutazione della ripartenza del settore del trasporto aereo e se in qualche riunione è oggetto all’ordine del giorno.
Sembra comunque strano pensare ad una ripartenza piena della mobilità in tempi di smart work e isolamento sociale.
Le major hanno contratto il volato arrivando anche al 90% di voli in meno, le low cost sono andate in protezione attivando un piano di recupero delle spese vive, cancellando tutto l’operativo e calcolando la massima sopravvivenza ad “operazioni zero” utilizzando la cassa disponibile e fin qui accumulata.
Nello specifico di nostro interesse, la quasi totalità delle compagnie aeree che operano sul territorio nazionale, praticamente ne mancano solo un paio all’appello, hanno avviato ed in alcuni casi già concluso le procedure di attivazione degli ammortizzatori sociali.
È da subito emerso che le nove settimane di cassa integrazione “speciale” messe a disposizione dal governo per tutti i lavoratori, per una serie di ragioni che riguardano la durata e gli importi non è la soluzione adeguata.
Mentre i vettori low cost stanno confermando il prolungamento del fermo totale anche per il prossimo mese, i primi giorni di maggio assisteremo ad una parziale ripartenza di Alitalia.
Il governo conferma il progetto di nazionalizzazione e della creazione di una newco pubblica che dovrà essere avviata il prima possibile.
Non ci sono ancora numeri ufficiali, delineare lo scenario aeronautico dei prossimi mesi è complicato.
Ciascuna nazione ha tempi e gestione della ripresa differenti, persino sullo stesso territorio italiano ci sono regioni che viaggiano a velocità diverse.
Bisognerà pensare ad un algoritmo che tenga conto di tutte queste variabili e che sia capace di prevedere la famosa domanda – offerta che regola il mercato della vendita biglietti.
Nel frattempo la compagnia stessa sta trattando per la richiesta della cigs. Il commissario Leogrande ha chiesto fino al 31 ottobre il prolungamento degli ammortizzatori sociali e contestualmente un incremento dei numeri. Si parla di 6800 dipendenti.
Tuttavia nelle ultime ore pare stia prendendo corpo l’inopportunità dell’avvio formale della nuova società che, di fatto, continuerebbe ad operare con una esigua attività, in un contesto, quale quello europeo caratterizzato da aiuti di settore non ancora definiti.
Restano infine da chiarire le nuove previsioni normative a regolazione del mercato nazionale che sono state più volte annunciate dai ministeri competenti: è del tutto evidente che il nuovo modello dovrà tener conto di un paniere di fattori che dovrà rimettere in moto il paese e non fermarne l’oggettiva vocazione turistica con limitazioni che guardano al passato.
• Che faranno i vettori low cost se verrà imposta / prorogata la limitazione al numero dei passeggeri trasportabili per tenere il metro di distanza previsto dalle normative? Accetteranno di rinunciare al load factor? Decideranno di attendere ancora?
• Cosa succederà agli slot inutilizzati dopo il 31 ottobre, data in cui scade la moratoria concessa per il loro mantenimento anche in caso di totale inutilizzo?
Al momento il Governo continua a non scoprirsi. Sono sempre più frequenti gli annunci che incitano ad una ripartenza finalizzata agli utili e dichiarazioni rassicuranti, quasi di circostanza.
Certo sarebbe imperdonabile, presi dalla fretta del dover fare, posizionare la compagnia di bandiera in un contesto non definito che potrebbe solo nuocere agli utili tanto più se si considera che l’emergenza sanitaria ha annullato i vantaggi delle concorrenti.
Si riparte tutti dal via.