SERVE IL PIANO GIUSTO PER AFFERMARSI IN ITALIA E NEL MONDO
di Antonella Annese
Alitalia finalmente riparte dal via e lo fa con la convocazione di due consigli di amministrazione il primo, di apertura lavori , dovrebbe tenersi oggi, mentre il successivo il prossimo 20 novembre . Sarà proprio la riunione odierna a far scattare i trenta giorni entro il quale sarà necessario presentare a Bruxelles un piano industriale che sia attendibile e convinca la Commissione Europea.
Il progetto è particolarmente impegnativo, il decollo della Newco è atteso da tutti con grandi aspettative.
Logiche industriali, sostegno ai lavoratori, sicurezza per passeggeri e assistenti di volo sono questi gli obiettivi da dover considerare.
L’amministratore delegato ha una grande sfida:
conciliare i problemi che Alitalia ha da anni, che non è riuscita a resettare, neanche nei precedenti riavvii, e il contesto aeronautico unico nella storia dell’aviazione.
Se nei primi mesi della pandemia si è parlato di problematiche sanitarie che avrebbero azzerato il gap tra compagnie aeree (a favore, quindi, di ALITALIA rispetto alle altre major europee)
adesso, dopo la finta partenza dei mesi estivi , c’è la consapevole certezza che solo in poche si risolleveranno e lo faranno utilizzano più tempo del previsto.
Il Covid – 19 ha rappresentato una vera e propria dieta per ciascun vettore, ciascuno di essi ha dovuto mettere in stand – by equipaggi, restituire aerei o bloccarne gli arrivi. La crisi dell’indotto
è stata la peggiore onda d’urto mai vista tra il depotenziamento dei maggiori hub e il collasso del sistema dei piccoli e medi aeroporti.
I nuovi manager, che si ritiene saranno indicati a breve dall’AD Lazzerini, sono chiamati a cogliere e sfruttare al massimo le poche possibilità che il mercato offre, evitando di ripetere gli
errori del passato.
L’idea potrebbe essere quella di una Newco capace di adattarsi velocemente alle richieste del settore: per poter fare ciò, oltre alla capacità economica già stanziata, dovrebbe avere una struttura leggera e macchine d’avanguardia. Da un punto di vista dei mezzi i prossimi anni saranno caratterizzati da una grande attenzione alla sostenibilità. Nuove macchine capaci di ridurre le emissioni e i consumi avrebbero un ottimo impatto sia, dal punto di vista delle spese, che della reputation del brand, un fattore quest’ultimo assolutamente da non sottovalutare.
Il grande nodo potrebbe essere la definizione del network, l’indecisione sarebbe tra il potenziamento del settore del lungo raggio o l’aumento della competitività nel corto e medio raggio.
Si potrà contemperare la necessità di collegare i grossi hub con “il lavoro sporco” delle mini connessioni? Il point to point nazionale / continentale sarà lasciato low cost o Alitalia vorrà ritornare ad
essere leader di tutto il processo?
Il discorso si complica con l’aggiunta del contesto e l’incognita dell’evoluzione/involuzione del mercato del trasporto aereo la cui ripresa era prevista al più tardi per il 2023 e invece adesso è proiettata di altri due anni in avanti. Sicuramente bisognerà approfittare del balzo in avanti dell’e-commerce e della forte richiesta di movimentare pacchi, per sviluppare e potenziare il settore cargo. Le difficoltà di spostamento e i divieti di aperture delle attività commerciali in alcune regioni oggi e in tutta Italia negli scorsi mesi hanno portato solo ad ottobre un transito di merci pari alle quantità che si registrano nella settimana pre natalizia.
Una politica aziendale che garantisca voli covid free o la possibilità di effettuare tamponi rapidi in aeroporto in partenza o in arrivo farebbe sicuramente da motore propulsore per il settore vacanziero portando nuova linfa ai voli charter.
Gli ambiti di interesse possono quindi essere molteplici: con necessità modulari, capacities dedicate, rapidità di risposta alla domanda.
La sfida dovrà infine risolvere il nodo sociale, ad oggi ancora non analizzato.