di Carlo Amati
Norwegian, vettore che già nel 2019 contava quasi 200 aeromobili con presenza in paesi europei quali Inghilterra, Spagna ed Italia, nello specifico con base Roma, non è stata purtroppo immune alla profonda crisi generata dal covid-19 tanto
che, il management, ‘fresco’ di nuova riorganizzazione, in un recente incontro con i sindacati italiani, non ha fatto mistero delle incerte sorti aziendali.
Al momento il tentativo sarebbe quello di riappropriarsi della fetta di mercato pre – emergenza sanitaria riposizionandosi nei mercati continentali e intercontinentali.
Da e per l’Italia erano ben 7 i collegamenti effettuati con i nuovissimi Boeing 787 verso destinazioni di lungo raggio quali New York JFK, Los Angeles, San Francisco/Oakland, Boston, Denver
e Chicago.
Questo accadeva nel 2019.
Il 2020 è stato un anno di perdite e cassa integrazione, sono stati più di 300 i dipendenti coinvolti nella sola Italia, aerei sul piazzale e vendite biglietti completamente chiuse in Italia ed in quasi tutte le altre basi estere (alcune delle quali già dismesse).
Il 2021 che anno sarà? Secondo IATA la crisi generalizzata non darà spazio a margini di riprese per nessuno. Non è solo una questione di finanziamenti, mancano, purtroppo i viaggiatori. La fetta di mercato dedicata a chi acquistava biglietti-vacanza e l’esponenziale crescita delle piattaforme per meeting aziendali hanno fortemente compromesso il riempimento degli aeromobili.
Fatti i conti, in previsione della summer 2021 (che dovrebbe partire dal prossimo aprile), Norwegian non emetterà titoli di viaggio da e per l’Italia ma attenderà eventuali segnali dal mercato per poi prendere decisioni “last minute”. Navigare a vista è la scelta dell’ Azienda.
Un scelta che conferma l’atteggiamento sicuramente poco tutelante per i lavoratori Italiani. Infatti già nel 2018 con la chiusura dei collegamenti di breve medio raggio da Roma ha iniziato a far vacillare l’idea di una base italiana .
Oggi il Personale Navigante non vola oramai da aprile scorso e il tutto senza alcuna previsione di ripresa: l’ammortizzatore sociale concesso dal Governo italiano si avvia verso la scadenza e, a specifica domanda, la società non ha ancora preso una decisione ufficiale sulle operazioni italiane.
Al momento c’è l’impressione che le macro decisioni siano comunque vincolate alla trattativa in corso con il governo norvegese. Certo, in caso di scelta di Norwegian quale vettore di bandiera nazionale (risulta che il salvataggio di SAS – Scandinavian Airlines sia più complesso data la compartecipazione nella proprietà di Norvegia, Svezia e Danimarca) risulterebbe alquanto inusuale un investimento estero rispetto al consolidamento / potenziamento dei servizi in patria.
Se la nazionalizzazione si realizzasse chissà cosa penserebbe l’Europa di un vettore di bandiera che sviluppa tutto il proprio business sugli stati esteri.
Il focus, in questo difficilissimo contesto,
deve però rimanere sui circa trecento lavoratori ai quali vanno date risposte e sostegno.
ANPAV